Michael Schumacher è stato un grandissimo pilota, uno dei più vincenti della storia e tuttora il pilota con il maggior numero di titoli mondiali vinti: ben 7, di cui 5 (consecutivi) con la Ferrari.
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Il percorso sportivo tradizionale
Il tradizionale percorso di carriera di un pilota di F1 è molto ben delineato. Si inizia molto giovani in Kart (dai 4/5 anni) e via via si prosegue, a seconda del talento e delle possibilità economiche, con vari passaggi di categoria: go-kart, formule addestrative minori, F3, GP2 (prima F 3.000) e poi la tanto agognata F1.
Il percorso sportivo di Michael Schumacher
Non fu così per Michael Schumacher. Dopo due anni in F3, non passò alla F3.000, vera e propria anticamera della F1, ma venne invece inserito nello Junior Team Mercedes che all’epoca correva in Gruppo C (oggi sarebbe Les Mans series). Mercedes affiancò a 3 giovani promesse dell’automobilismo tedesco (Michael Schumacher, Heinz-Harald Frentzen e Karl Wendlinger) altrettanti piloti molto esperti (Mauro Baldi, Jochen Mass, Jean-Louis Schlesser).
Le gare di durata
Le gare di Gruppo C erano competizioni di durata: si correva per 4, 8, 12 o anche 24 ore. Portare l’auto al traguardo intatta, senza guasti meccanici, pur mantenendo prestazioni molto elevate, richiedeva innate doti velocistiche ed una grande sensibilità di guida. Inoltre si trattava di gare da corrersi in squadra (team di 2/4 piloti).
La strategia di guida di Michael Schumacher
Proprio grazie al proprio compagno di team (Mass), Schumacher apprese una tecnica di guida che risultò determinante per i futuri successi in F1. Michael comprese che per essere performanti in questo tipo di gare, occorreva dividere il circuito in settori. Una volta individuato il settore in cui riusciva ad essere più veloce, dava il massimo solo su quel tratto di pista. In questo modo riusciva ad avere tempi sul giro molto veloci, ma senza prendere rischi inutili negli altri 2/3 di circuito e sempre rispettando la meccanica dell’auto. Adottò la medesima tecnica quando arrivò in F1: spesso era in grado di piazzare una pole position grazie al vantaggio accumulato in un solo settore di pista.
Il vantaggio competitivo nel mondo aziendale
La strategia di Michael Schumacher può essere trasposta al mondo imprenditoriale. Occorre capire qual’è il nostro vantaggio competitivo (il settore di pista migliore) e concentrare le nostre risorse solo su quelle competenze che risultano determinanti per il nostro mercato e per i nostri clienti. Solo così riusciremo ad avere la massima prestazione, nel rispetto delle risorse disponibili.